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Strutture per Anziani Piemonte

Strutture per Anziani Piemonte: siamo all’avanguardia

L’assistenza per anziani del Piemonte si conferma tra le prime in Italia: determinante il contributo delle strutture socio assistenziali

Le strutture per anziani del Piemonte sono all’avanguardia: il merito è non solo degli ingenti investimenti effettuati nel recupero edilizio da parte di molte case di riposo e strutture socio assistenziali come l’Annunziata, ma anche dell’attenzione al rinnovo costante delle terapie e delle attrezzature e dell’adozione di un approccio con i residenti che pongono la persona sempre in cima della scala di valori di operatori, medici e amministratori.

Del resto, è tutto il settore piemontese della sanità a distinguersi a livello nazionale. Secondo il Ministero della Salute, la regione Piemonte si colloca infatti al terzo posto, addirittura avanti alla Lombardia e all’Emilia Romagna, e uno degli indici che più contribuiscono a questo risultato è proprio l’assistenza per gli anziani e la qualità delle sue strutture.

Ma cosa hanno di speciale le residenze socio assistenziali del Piemonte? Cominciamo dalla riabilitazione neuromotoria. Sempre più richiesta, affianca quella classica con risultati molto interessanti e che riguardano particolarmente la fascia dei pazienti di terza età. L’ambito di utilizzazione di quest’approccio terapeutico è infatti la cura delle conseguenze di malattie degenerative come il Parkinson e consente, attraverso il recupero parziale delle funzionalità motorie, una vita più dignitosa e accettabile.

Oltre a personale specializzato, la riabilitazione neuromotoria richiede investimenti in macchinari e apparecchiature. Sotto questo profilo, chi vive tra Torino e Cuneo può dirsi fortunato: non mancano le residenze socio assistenziali che offrono questo tipo di servizio, a riprova dell’attenzione che il territorio pone alle problematiche dei portatori di questa patologia.

La telemedicina è un sistema di monitoraggio da remoto dei pazienti allettati che consiste nella possibilità di accedere immediatamente ai servizi di assistenza medica semplicemente mediante una telefonata e un collegamento via video. Il medico curante può così vedere il paziente ed effettuare una visita virtuale da remoto in vista d’interventi più consistenti.

Molto diffusa negli Stati Uniti, dove si è rivelata una tecnologia chiave per l’assistenza medica nelle zone rurali, la videoconferenza arriva ora anche in Italia, e più precisamente a Saluzzo dove la locale A.S.l. ha varato un progetto pilota a favore dei pazienti affetti da difficoltà di respirazione e dei diabetici. Un progetto simile è in corso per i pazienti oncologici da parte della A.s.l. di Torino.

La sorveglianza infermieristica costituisce un altro fattore chiave nella valutazione della qualità delle prestazioni per la terza età, e non a caso il servizio è prestato dal numerose strutture per anziani del Piemonte. In questo modo si assicura a determinate categorie di pazienti un’assistenza 24 ore su 24 per ogni giorno della settimana, con maggior tranquillità loro e dei familiari.

La tecnologia da sola però non basta: il benessere è anche e soprattutto un fattore psicologico e spirituale. Non sorprenderà quindi sapere che l’arte può essere utilizzata anche a fini terapeutici, e in particolare la musica, che ne è l’espressione più immateriale e vibrante.

L’arpademia, o arpaterapia, è il termine che indica l’applicazione della musica suonata con l’arpa alla cura delle malattie. Riconosciuta da istituzioni prestigiose come l’istituto neurologico Besta di Milano, questo nuovo approccio terapeutico è sbarcato a Bra con un concerto dedicato proprio agli anziani di una locale casa di riposo. I benefici dell’ascolto comporterebbero una riduzione dell’ormone dello stress, la Prolattina.

Altro indice importante dell’attenzione che una comunità presta alla terza età è il livello di impegno della società civile in interventi per migliorarne la qualità della vita. Proprio a Cuneo, il Rotary Club locale si distingue per avere finanziato un progetto di sorveglianza neuropsicologica e dello stato di nutrizione degli ospiti delle Residenze Socio Assistenziali supervisionato dai professori Giuliano Geminiani, direttore della scuola di specialità di neuropsicologia dell’Università di Torino, e Giuseppe Malfi, primario di dietetica e nutrizione clinica del Santa Croce di Cuneo.

Non mancano le attività per coinvolgere diverse generazioni e combattere il senso di solitudine di chi ha ormai i capelli grigi: a Monesiglio alunni della scuola secondaria del paese e alcuni anziani sono stati coinvolti nell’attività di realizzazione di murales colorati per la locale casa di riposo.

Più in generale, in Piemonte è stata ben compresa l’importanza di attività come l’intrattenimento e l’animazione, che hanno trasformato lo stesso concetto di ospitalità per anziani inaugurando l’era delle residenze moderne, che nulla hanno da invidiare a un hotel o un villaggio vacanze. Lo scopo non è solo assicurare l’assistenza terapeutica, ma anche livelli elevati di benessere e soddisfazione per gli ospiti.

A queste si affiancano spesso le iniziative dei volontari e dalle associazioni, un modo eccellente di mantenere il contatto tra l’anziano e il resto della comunità. Presente e attivo anche il mondo cattolico: proprio a Cuneo, l’arcidiocesi ha organizzato servizi a domicilio tipici delle strutture per anziani, come il tutoraggio ai pazienti non autosufficienti e il nutrimento.

Infine, le strutture per anziani del Piemonte si sono impegnate a combattere il male della burocrazia cercando di semplificare con la digitalizzazione le procedure di ricovero. Sempre a Cuneo, l’associazione cuneense case di riposo ha recentemente inaugurato un nuovo portale per l’inserimento delle domande di accoglienza e accettazione nelle residenze per anziani del territorio.

La percentuale della popolazione di età superiore ai 65 anni è arrivata in Piemonte al 25% nel 2018, con un trend in continua crescita (fonti: ISTAT) e un indice di carico strutturale (persone che gravano sulla quota attiva) del 60%. Non sorprende quindi l’attenzione sempre maggiore prestata sia a livello sociale che sanitario a questo segmento di popolazione, e la spinta data all’innovazione e a nuovi approcci assistenziali dagli organi regionali competenti.

 

 

 

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